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IL CONSIGLIO PASTORALE

1) Quali compiti ha?

Ha un compito soprattutto pastorale: radunare i figli dispersi di Dio e formare una famiglia di credenti.  È composto da persone, tutte in comunione con Cristo con doti, doni, sensibilità, esperienze diverse che si adoperano per il bene della parrocchia mettendo oguno  a disposizione i propri talenti. Nell'adempiere questi compiti non ci devono essere personalismi, o arrivismi, ma deve prevalere l’atteggiamento di Cristo servo di tutti. 

 

2) Che cosa fa? Di quali problemi si interessa?

Come gruppo ecclesiale, deve prima di tutto crescere nella Fede, nella vita ecclesiale, nella Carità evangelica; e poi essere particolarmente attento a tutte le esigenze dei fratelli vicini e lontani. Tutti i problemi che riguardano la vita e la missione della parrocchia interessano il Consiglio, in particolare esso studia e promuove quelle iniziative - da tradurre sul piano operativo - adatte a fare in modo che la parrocchia sia sempre più comunità di Fede, di Speranza, di Carità e sia fedele alla missione di evangelizzare e servire gli uomini promuovendo la loro vita, come Cristo vuole.

Quindi il C.P.P. deve:

A. Riflettere sulla vitalità religiosa della Parrocchia

B. Individuare le esigenze e i bisogni primari e urgenti, e programmare interventi secondo precisi piani pastorali. Ogni anno, farà in modo che in parrocchia, si realizzi un cammino pastorale, un programma che assicuri per ogni persona la possibilità di crescere nella conoscenza del Vangelo (catechesi e formazione cristiana), la possibilità di accedere al trono della grazia (liturgia e sacramenti), l’esercizio della carità.

C. Condurre la gestione economico-finanziaria della parrocchia, col dare le linee orientative alla commissione amministrativa: il Consiglio per gli Affari Economici (C.P.A.E).. Quest’ultimo è composto dal parroco, il vicario parrocchiale, da 2 membri eletti dal C.P.P. e da alcuni nominati dal parroco.

 

3) Da chi è formato e come funziona?

A. Da alcuni membri di diritto: il parroco, che lo presiede; i vicari parrocchiali; i diaconi che prestano servizio in parrocchia; un membro di ogni istituto di vita consacrata maschile e femminile e delle associazioni cattoliche eventualmente presenti.

B. Da alcuni membri eletti dalla comunità parrocchiale (nel nostro caso 16 persone).

C. Da alcuni membri designati liberamente dal parroco.

Il C.P.P. si riunisce su convocazione del parroco almeno quattro volte l’anno, e altre volte, quando lo richieda la maggioranza dei membri o in caso di particolari e imprevisti problemi a cui bisogna dare una soluzione.

Permane in attività per 5 anni.

UN PO' DI STORIA

"Non c'è mai stato un periodo durante il quale la Chiesa non è stata attiva a favore dei migranti, dei profughi e dei rifugiati"

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La prima Messa per gli italiani di Francoforte sul Meno, dopo la seconda guerra mondiale, è stata celebrata dal sacerdote cesenate Don Aldo Casadei il 19 Maggio 1950 alle ore 10 nell Cappella delle Suore Francescane in Lange Strasse 12. Presenti: 12 persone dopo aver inviato 340 lettere d'invito agli indirizzi allora disponibili. La Missione Cattolica Italiana diventerà poi "parrocchia territoriale personale per gli italiani" nella comunità diocesana di Limburg/Lahn per decreto del vescovo Mons. Kempf in data 1° Luglio 1966, nel momento della sua piena maturità ecclesiale, 16 anni dopo la sua nascita, nella modestia, silenzio, sofferenze e speranza di allora. Come annoterà giustamente V. A. Lupo nel suo studio sull'inizio e lo sviluppo delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania "A ragione la Comunità Cattolica Italiana di Francoforte sul Meno è la madre di tutte le Missioni Italiane in terra tedesca". Don Aldo viene accolto il 1° Maggio 1950 alla Stazione Centrale di Francoforte da Mons. Opilio Rossi (diventerà poi cardinnale) che lo porta subito a St. Antonius come sede provvisoria, in attesa che siano pronti i locali previsti nella parrocchia di S. Gallus in Mainzer Landstrasse 299. Lo porta poi per le presentationi ufficiali al Consolato Italiano e quindi alla Nunziatura Apostolica che allora aveva sede nella vicina Kronberg. Per avviare il suo lavoro il primo missionario deve avere gli elenchi dei connazionali presenti in Germania; si calcolava una presenza di circa 30mila italiani, il compito era quindi molto ampio a da inventare. Anche gli strumenti ed i sussidi erano piuttosto poveri, marchi 30.000 mensili da Roma, nessun mezzo di locomozione, una macchina da scrivere (la priopria).

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da "Cinquant'anni di Missione Cattolica Italiana a Francoforte sul Meno" (Pasquale Marino)

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La "Galleria degli Antenati"
I Missionari a Francoforte dal 1950
  • Mons. Aldo Casadei (1950-1955)

  • Mons. Silvano Ridolfi (1955-1966)

  • Don Peppino Astore (1966-1971)

  • Don Enrico Cotelli (1971-1977)

  • Don Mario Zorza (1977)

  • Don Giovanni De Florian (1977-2001)

  • Don Lucio Dalla Fontana (2001-2007)

  • Don Michele Favret (2007-2009)

  • Don Egidio Betta (2009-2014)

  • Don Silvestro Gorczyca (2014-2020)

  • Don Matteo Laslau (2020 - oggi)

Ancora 2
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